venerdì 11 dicembre 2009

FRIDAY I'M IN LOVE


Eccoci alle porte del weekend. O meglio, si è già alzato il sipario su questo weekend di dicembre. In altri tempi sarei stata chissàdove e chissàcome, ma non importa perchè tutto poteva essere ,tutto poteva essere montato e smontato all'istante, impegni, appuntamenti, telefonate ,aperitivi o qualche invito ad una festa a cui mai sarei comparsa. Magari per rimanere a ciondolare dopo il cinema, bevendo l'ennesimo bicchiere e sorridendo alla notte. Per poi tornare a casa, presto presto a farsi una tisana da portare nel letto e leggere le ultime pagine del libro o tardi da non avere la forza di struccarsi ,ma sempre e comunque sola, coi propri rituali della notte, la parte oscura delle ordinate abitudini del giorno.
E questo forse mi ha portato a quì, quel ricordo sbiadito di quella...come definirla, solitudine, ma non quella intesa come sola=senza fidanzato/compagno/marito=sfigata. Ah ,il cielo mi fulmini se non m'è mai balenato per la testa questo piccolo insulso tormento, ma intendo invece quel ritmo solipsista, quell'andamento adagio dei propri tempi basati sull'unica dimensione del sè, quell' 'io ballo da sola' a volte quasi fiero, altre semplicemente abitudine a fare così perchè conosci solo quello, semplice!
Mi diverte averlo avuto tutto quel mio tempo, aver usufruito di quella dimensione smisurata in cui muovermi e averne goduto, perchè a guardarlo bene aveva dei confini, magari un pò sfumati ma delle delimitazioni le vedo, come sempre ce ne sono nella vita, e che diamine mica è pura anarchia e poi non mi sono mai sentita così wild dentro. Dal di fuori puoi sembrare così tante cose, ma la prospettiva interna è sempre più severa, io poi sono stata un giudice implacabile, ora allento la presa ma ancora riecheggia quella voce che non lascia scampo ogni tanto.
Ebbene, adesso mettiamola così, i miei confini sono tangibili quasi, sono delle solide mura su cui posso fare affidamento, e il bello è che le ho sempre messe io. Giaco dorme come un uovo sodo (nella mia mente è una curiosa immagine di sonno duro e profondo!) con la sua testa da mela e il suo pigiamino grigio a righe , và molto meglio con il suo primo raffreddore, il suo primo impatto con la malattia e col disagio di un piccolo naso moccioloso e colante, ed è stato bravo nel sopportare lo strazio. Rompiscatole notturno ahinoi lo è sempre, ancora non ha optato per la lunga notte di sonno e preferisce il duplice(se è in buona) risveglio, di cui il primo si supera quasi indenni con un veloce ninnaò del papà orso..il secondo lo vede trasformarsi in un assatanato vampiro della tetta di mamma, prosciugata a vedersi, ma i suoi appuntiti dentini affondano con suoni gutturali di pura estasi che rimandano ai tempi dell'antica abbondanza. Rimane in me vivo il quesito: ma che te ciucci?? E soprattutto: ma nun te stufi mai??
Mr.Big è quì accanto a me, cioè lungo come un salame sul divano, a faccia in giù tra i cuscini e si sente solo il suo lungo e profondo respiro da altro mondo. E meno male che dovevamo vedere un film che rimandavamo da un pò, gustarci il sirah aperto stasera, improvisare uno snack di mezzanotte, e altri intrattenimenti da serata pigiamata divanosa filmata coccolosa. Almeno non russa ancora.
Rimango io, di traverso in poltrona , famoso calice di sirah a tenermi compagnia insieme ad una improbabile playlist che giusto da sola te la puoi sentì, sull'onda del momento che può essere una zompettante Carmensita di Devendra Banhart o una lieve e intimista Mazzy Star fino ai pezzi da vergogna, quelli che da sola ti piace pure cantarli con un certo pathos, dai Lunapòp a che ne sò, quella canzone di Fabio Concato che ti ricorda quella gita al liceo. C'ho pure le candele mela e cannella e il nano albero di natale acceso che mi fanno molto calore domestico da fredda sera invernale. E meno male che è venerdì.
Per la cronaca: per la serie anticaglie sempreverdi e sempre d'effetto, Terence Trent D'Arby canta Sign your name, lo sirah scivola giù che è un piacere e mia notte è sempre sorridente.

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